“Wel.Come” è il nuovo progetto di cooperazione allo sviluppo in Bosnia ed Erzegovina di Consorzio Leonardo che ha l’obiettivo di avviare e supportare nuove imprese sociali che prevedano l’inserimento lavorativo di categorie vulnerabili nell’area di Sarajevo. Il progetto è stato avviato ad aprile e avrà durata biennale. Finanziato dalla Regione Friuli Venezia Giulia, coinvolge più partner: da un parte quelli italiani (la cooperativa sociale Il Piccolo Principe, il Comune di Valvasone Arzene, Confcooperative Pordenone e, come partner associato, la Camera di Commercio Pordenone – Udine) e dall’altra quelli bosniaci (Caritas Bosnia e Erzegovina, Associazione Youth for Peace e Università di Sarajevo).
Con questo nuovo progetto di cooperazione in Bosnia ed Erzegovina si vuole rafforzare l’azione in materia di protezione sociale, salute e istruzione, che sono le fondamenta della crescita e ne garantiscono l’inclusività. Allo stesso tempo, l’impegno sarà quello di rafforzare il sostegno a quei settori che possono avere un forte impatto sui risultati dello sviluppo, e quei settori che creano condizioni favorevoli per una crescita inclusiva e sostenibile come lo sviluppo del settore del privato sociale.
Vi è già stato un primo incontro di avvio ad aprile, in modalità online, a cui ha partecipato anche Francesca Spirito, referente dell’ufficio relazioni internazionali della Regione Friuli Venezia Giulia e l’allora ambasciatore italiano in Bosnia ed Erzegovina, Nicola Minasi. Tra gli scopi di progetto c’è quello di sperimentare azioni di welfare di comunità, partendo dalle buone prassi del Friuli Venezia Giulia, come strumento necessario per ridurre le disuguaglianze e per poter garantire a lungo termine uno sviluppo integrale e inclusivo del territorio.
L’obiettivo sarà quello di avviare e supportare nuove imprese sociali che prevedano l’inserimento lavorativo di categorie vulnerabili. In totale i beneficiari diretti del progetto sono dieci associazioni e organizzazioni non governative dell’area di Sarajevo e dieci persone svantaggiate (giovani disoccupati, donne sole, persone con disabilità, abitanti in zone rurali, minoranze). Si crede che la promozione dell’economia sociale sia un elemento fondante per una comunità accogliente, attenta alle categorie vulnerabili e quindi proiettata all’inclusione sociale.
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